2 marzo 2013

Riso nero


Riso nero,
dopo la lasagna avremo il riso nero...

Dovete sapere che un gruppetto dei miei villi prende lezioni di canto e si è premurato di intonarmi questo motivetto di qualche anno fa. Inoltre il Prof. Villchowsky, Maestro del coro,  ci ha tenuto a farmi sapere che i villi canterini, per quanto avessero avuto un'adolescenza e una giovinezza travagliata, non si erano fatti mancare la buona musica.



Non voglio sembrare poco politically correct dicendo che i Pitura Freska non siano buona musica - oggi non si usa più parlare male degli artisti -  e poi ho sempre amato i musicanti surreali e demenziali.
Però mi piacerebbe far sapere a questi ragazzini arroccati nel tenue che la buona musica forse è un'altra...

Da quando sono a dieta senza glutine ho cucinato mooooolto più di quanto non facessi prima. Io, anzi noi, ci siamo sempre dedicati alla cucina: in questa casa non ha mai fatto ingresso roba che salta in padella o brodi zupposi e da tempo non si vedono bastoncini, spinacine, giravoltine, cordon bleu  ecc ecc...
Poi il fatto che abitiamo una cucina-studio la dice lunga...

Si finisce per  cucinare di più perché le cose già pronte e sglutinose non tanto mi piacciono e poi c'è il piacere di preparare, di mettere in tavola, di rallegrare pasti che potrebbero scivolare pericolosamente nello squallore e nella monotonia... Perchè, parliamoci chiaro, questa faccenda della celiachia è piuttosto rompente: poiché  comprare cibo sglutinato può diventare un affare di stato, piano piano si finisce per mangiare sempre le stesse cose...
Diciamo che un po' tutti noi tendiamo a mangiare sempre la solita minestra... ma se lo fai per fretta, per pigrizia, per dieta o per ripicca allora va tutto bene, se lo fai perché sei celiaco corri il rischio di sentirti frustrato.
E qui non vogliamo correre nessun rischio, per cui via alla preparazione di cose un po' diverse dal solito!
Proprio in quest'ottica tempo fa comprai una confezione di riso Venere. Il fatto che fosse nero mi intrigava e mi faceva immaginare ricette da Masterchef.
L'ultima volta (nell'era glutinosa) che avevo comprato cibo scuro - dei tortelloni al nero di seppia ripieni di gamberetti -  mio marito si era ammutinato e aveva preferito cenare con un pezzo di formaggio. I tortelloni erano pessimi ma io, pur di mantenere il punto, me li mangiai tutti lo stesso!
Quindi un po' per riscatto e un po' per una buona sensazione, riponevo grandi speranze nel riso Venere.
In seguito alle pressanti richieste dei villi (che devono aver sbirciato nella dispensa), domenica scorsa mi sono messa a cercare una ricetta che fosse veloce e fattibile. Non avevamo voglia di cose marine ma in casa avevo zucca e salsiccia per cui questa ricetta qua, da Cardamomo e Co.,  mi è sembrata facile, veloce, realizzabile ed appetitosa.
  • Ho scongelato due salsicce del mio fido macellaio di Serino(AV) che non introduce farine nel suo laboratorio di macellazione/insaccatura
  • ho tagliato a rondelle sottili sottili due cipolle e mezzo
  • ho tagliato a dadini una bella fetta di zucca matura. Quanta? Sinceramente non ne ho idea, ma sarà stata doppia 3-4 dita.
  • Ho soffritto metà dose di cipolla con un filo d'olio e mezzo peperoncino, poi ci ho tuffato la zucca e l'ho cotta fino al disfacimento. L'ho salata, ho aspettato che si raffreddasse e l'ho frullata, proprio come descritto nella ricetta originale.
  • Con l'altra mezza dose di cipolla ho saltato le due salsicce preventivamente private del budello.
FInalmente ho preso la confezione di riso Venere (Gallo) dalla dispensa e, un po' perché sono sempre curiosa, un po' perché leggere le etichette sta diventando una routine, ho inforcato gli occhiali e ho inziato a leggere...
ORRORE: al lato della confezione chiaramente c'è scritto:
Prodotto in uno stabilimento che utilizza anche cereali contenenti glutine, soia e loro derivati.
Ora io sono neofita e ancora abbastanza ignorante in materia ma mi ero fatta l'idea che i cereali sicuri fossero SEMPRE sicuri...
Cioé: è la prima volta che mi viene in mente di leggermi l'etichetta del riso...
Bisogna leggere sempre le etichette del riso o questo è diverso da quelli canonici?
Sono stata io ad essere avventata e a non leggere l'etichetta durante l'acquisto?
Insomma, io non so più se vado a fare la spesa o alla Biblioteca Nazionale, se varco le porte del supermercato senza gli occhiali per leggere da vicino son fottuta!
In genere cerco di fare i compiti a casa e di dirigermi verso gli acquisti con una nota spesa dettagliata tipo:
  • Maionese - "elenco di molte marche aglutiniche presenti in prontuario" 
  • Grana padano -  OK (compra qualsiasi tipologia, è  OK)
  • Penne e rigatoni F (sono per francesco, va bene di tutto)

Che fare?
Ho riflettuto un po' e poi ho deciso di mangiarlo, previo accurato prelavaggio prima della bollitura.
Ho pensato: ma se il riso o le parti della confezione sono entrate in contatto con altri cereali, il riso non le avrà assorbite e con l'acqua le allontanerò... Ecco, non voglio pubblicizzare positivamente un comportamento rischioso ma vorrei sottolineare che per un celiaco alle prime armi il livello di attenzione deve essere sempre alto anche con alimenti sicuri ma non convenzionali...
Insomma, ho sciacquato ben bene questo riso e poi l'ho lessato.
A contatto con l'acqua calda ha sprigionato un odore di ... Edenlandia!!! Il parco giochi più grande e famoso della nostra infanzia e giovinezza partenopea, dove regnava un'odore unico, di graffe fritta mista a pop corn salati...
(ho pescato davvero una foto d'epoca!)
Sarei stata ore ed ore proustianamente davanti a quella pentola e in effetti ci sono stata 40 minuti, visto che
'sto riso nero non se coce maje 
ed è rimasto comunque molto, molto al dente.
L'ho scolato e ripassato con un cubetto di burro e poi ho cercato di fare una cupoletta da adagiare su un laghetto di zucca sistemata sul fondo del piatto...

Ahimè, Masterchef non fa per me... Sentivo lo spatascio dietro l'angolo e prima di ritrovarmi schizzi di mousse di zucca ovunque, ho deciso di ridimensionare la presentazione... :-)

Adesso io e l'Anacoreta lo dobbiamo confessare: a noi il riso Venere non ci ha fatto saltare dalla sedia. Almeno, per come sono riuscita a cucinarlo io:

  1. l'impatto "nero" nel piatto ha una sua rilevanza, a me è piaciuto, a Francesco molto di meno
  2. i colori erano molto interessanti: questo violaceo scuro del riso con l'arancione della zucca e il lucido dei pezzetti di salsiccia... contrasto carino, non c'è che dire
  3. io mi aspettavo un sapore pari all'odore sprigionato durante la cottura, invece questo sapore non l'ho notato e la cosa mi ha deluso un po'.
  4. l'Anacoreta ha trovato i chicchi troppo "sciolti" tra loro e poco saporiti.
  5. a me invece è piaciuta proprio questa tendenza dei chicchi a rimanere molto separati e molto al dente.
  6. "Forse è più adatto a sposarsi con crostacei e molluschi - ha detto l'Anacoreta - quando LO MANGERAI DI NUOVO MI FARAI SAPERE!" (il marito mi ha lanciato un messaggio neanche troppo subliminale: mai più riso Venere nel mio piatto)
  7. Alla fine concenderò al riso Venere un'altra prova, massimo due: considerandone il costo, la contaminazione, il poco entusiasmo verso il sapore mi chiedo: perché insistere? Riprovo perché magari qui ho sbagliato quacosa ed un esperimento va ripetuto almeno tre volte...

Il connubio riso, salsiccia e zucca è interessantissimo e l'Anacoreta lo vede molto più appropriato ad un riso bianco senza tante velleità esotiche.
Da fotografare invece è stato molto divertente e pure di effetto, oramai sfogo la mia voglia di macro sugli alimenti e non più sui fiori, chi me lo doveva dire che in vecchiaia avrei iniziato a pensare alle foto indoor piuttosto che andarmene in giro per viottoli campestri?

Sono rimasta sì un po' delusa dal riso Venere ma non tantissimo: me lo sono portato anche  al lavoro per pranzare il giorno dopo e l'ho "acconciato" in questa formina.
Il riso Venere del giorno dopo è tale e quale a quello del giorno prima ma non vi illudete: al laboratorio non è mai arrivato con questo aspetto grazioso, mi si è capovolto il contenitore e la zucca mi si è spiaccicata tutta sul coperchio...
(un giorno racconterò della mia passione per le schiscette e le mie avventure con i pranzi fuori casa)

I villi, dal canto loro, sono rimasti soddisfattissimi e hanno passato la maggior parte della domenica pomeriggio a fronteggiare il pericarpo scuro del Venere. Si sono spuzzuliati gli antociani e hanno pure fatto il ruttino per il quantitativo di ferro, magnesio e selenio. Glutine non ne hanno notato, il maestro Villchowsky a transito avvenuto ha fatto intonare una marcetta e ha passato lo spartito al Maestro Colonovi č la cui orchestra di legni e ottoni è rimasta provvidenzialmente in silenzio...


  

2 commenti:

  1. E' sempre un piacere immenso ed un gran divertimento leggerti :D

    Grazie per essere passata da me, grazie per il complimento bellissimo ed in questo momento un po' nero molto gradito, grazie di questi tuoi post che fanno un gran bene al cuore!!!

    Anna

    RispondiElimina
  2. p.s.: Ho fatto un giretto sul tuo blog, non ci venivo da un po', sei diventata bravissima!!! Inoltre fai delle bellissime foto :)

    Edenlandia fa parte della mia adolescenza.... è stata in assoluto la mia prima montagna russa, quanto mi ci divertivo!!!! Grazie anche per la foto, che mi ha commosso :))))

    RispondiElimina

Grazie per aver deciso di scrivere un commento!