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13 marzo 2013

La bottega del celiaco (Itinerario celiaco n.1)

-Giovedì -

 La degustazione

Durante la settimana spesso le giornate scorrono ad una velocità talmente sostenuta che mi sembra di aver appena finito di mettermi il fondotinta ed invece mi sveglio di soprassalto mentre tento di assumere pose sempre più improbabili sul divano.

Giovedì scorso, però, sono tornata a casa poco dopo le diciassette. Ho trovato l'anacoreta intento a studiare roba informatica e a cucinare minestra di lenticchie, gatti sonnacchiosi e un soggiorno semplicemente da incendiare...  e mi sono ricordata che avevo ricevuto un invito per una degustazione in farmacia...
La farmacia dove mi rifornisco adesso è poco lontano da casa. Ho rinunciato a malincuore a frequentare quella nei pressi del Policlinico, ma questa è molto più comoda per le mie esigenze.

Giusy, l'addetta all'area gluten free, aveva allestito due tavoli, uno con pizzette, piadina rucola-prosciutto-parmigiano, tocchetti di pane-pizza imbottiti di melanzane, peperoni, salsicce e friarielli e un altro allietato dalla presenza di pasticceria mignon molto variegata, piccole graffes e mini krapfen.
Due simpatici ragazzi illustravano i loro prodotti, invitandoci ad assaggiare un po' di tutto. Che dire... io sono come San Gennaro, non dico mai di no e dopo la prima pizzetta non mi sono fatta certo pregare!.
Enzo e Biagio, questi sono i nomi dei titolari dell'attività, ci spiegano che sarà possibile prenotare i loro prodotti dal lunedì al giovedì in farmacia e passare a ritirare il cibo fresco il venerdì.
LA BOTTEGA DEL CELIACO, questo è il nome del laboratorio, è a Varcaturo, non precisamente addereto 'o vico (dietro l'angolo)... Mentre mastico un tocchetto di pizza alle melanzane (yummmm), i due ragazzi decantano anche i cornetti, la pasta fresca, il pane.
Ecco, ad un celiaco, per quanto organizzato e attivo in cucina, non far sentire mai la parola "PANE". I miei villi si sono tesi allo spasimo e mi hanno guidato (più o meno come il ratto Rémi guida il giovane cuoco di Ratatuille) verso le graffes...
DE-LI-ZIO-SE!!!!
Spiluccando qua e là,  (un pezzo di pizzetta, una zeppolina di San Giuseppe, un krapfen... uno più buono dell'altro!) ho approfittato anche per fare la spesa.
Intanto sono arrivati altri clienti, principalmente donne, che, dopo un primo momento di normalità, si sono avventate sulle guantiere! In una mezz'oretta, celiaci e non celiaci si son spazzolati tutto quello che sarebbe dovuto bastare fino alle venti!
Qualcuno è stata vista allontanarsi persino con una mappatella, termine locale per definire la doggy bag.
Bene. fin qui tutto normale.

Sabato mattina, in quella dolce fase che è il dormiveglia, vedo nitidamente i villi puntarmi alla tempia l'appendice cecale. Quelli più grossi, con il volto coperto dal passamontagna, mi intimano: o ci porti alla Bottega del celiaco o ti  facciamo venire un attacco e ti facciamo andare al Cardarelli!

-Sabato-

il tragitto

Costernata e oramai consapevole di essre alla mercè di un intestino indipendente e molto determinato, decido di assecondare questi miei villi delinquenti.
E' una giornata di sole strepitosa, andare fino a Varcaturo non sarà difficile,  devo solo capire come raggiungere l'indirizzo: via Ripuaria 158. Ho un amore vero verso le carte geografiche e un pessimo rapporto con il navigatore, per questo preferisco studiare l'itinerario prima di avere a che fare con quella voce saccentella che mi butta fuori strada due volte su tre.
"La Bottega del celiaco" ha la pagina feisbuc piena di foto e la mappa con l'ubicazione della bottega: un gioco da ragazzi! Riesco a farmi un'idea di dove andare mentre l'anacoreta dorme...
Perché io devo essere assolutamente convinta nel rispondere "Sì", quando Francesco, allarmato, mi chiederà "Ma ci sai arrivare?"
Perché ci sta pure un'altra cosa: detesto chiedere indicazioni stradali. Ci sono quelli che ti affogano di gira a destra e a sinistra e tu, alla terza svolta hai già smesso di memorizzare. Ci sono quelli che non sanno l'italiano e nemmeno il napoletano, ma parlano dialetti incomprensibili: "Tuorcete comme se tuorce 'a strada" (la strada ha una serie di curve, seguile). Ci sono quelli che invece di rispondere ti osservano fissi, muti, per almeno 180 secondi. Un tempo infinito per trattenersi dal ridere a crepapelle.
Sono le undici. Saluto Francesco, lo rassicuro, vado a fare un paio di servizi in zona e parto.
Perché, direte, il marito non ti accompagna a fare acquisti?
E se lo facesse, che anacoreta sarebbe??




Il navigatore mi manda verso Qualiano: no problem, non è l'itinerario che avevo studiato ma è una strada che ho fatto già qualche volta. Mi aspetto che poi mi porti sul  "doppio senso"... e invece no, il maledetto aggeggio mi porta nelle campagne qualianesi e io mi ritrovo a guidare lungo questa provinciale deserta che si snoda nel nulla... attorno a me piante, pianura, un po' di spazzatura e tante signorine dagli stivaloni alti e il passo dondolante... E chi si ferma per controllare la strada!!!!
Mentre guido, lievemente in tensione, ripasso mentalmente gli insegnamenti di CSI, il numero delle rapine che mi hanno recentemente raccontato e poi sento, in ordine, le parole di mia madre:
"Sei la solita pazza scatenata, prendi, ti avventuri tu sola.... alla fine il fatto che dici pure le bugie è meglio... almeno non sappiamo dove vai e non  stiamo in pensiero" (non dico bugie, al limite pecco in omissioni)
e quelle di mio marito:
"Possibile che in mano a te questo navigatore non funziona mai? Possibile che ogni volta che lo usi devi telefonarmi inviperita e devi prendertela con me? Innanzitutto non l'ho programmato io e poi tu non hai fiducia in lui..." (come potrei averne dopo che mi  ha quasi fatto finire a mare, una volta?)
Stringo i denti,  continuo lungo la strada ed il paesaggio si arricchisce di case. Bene.
Passo sul ponte della tangenziale, un sollievo! La vocetta mi dice di guidare per altri km, ubbidisco.
Praticamente 'sta str...ana apparecchiatura parlante mi fa percorre tutta via Ripuaria e mi porta a quello che secondo lei è il numero 158. E' un bar, con l'ingresso ornato da un nugolo di soldatoni NATO in uniforme mimetica. Gli omoni mi guardano e mi sorridono a cinquantotto denti. Sono  un poco preoccupata: scendo o non scendo a chiedere informazioni? Dovrei esserci quasi, anche la mappa su feisbuc indicava un luogo nei pressi della rotonda della domiziana, vicino alla quale mi trovo.
Decido di non interfacciare con i 'mmericani per i motivi di cui sopra e proseguo. Mi ritrovo in pineta e davanti all'entrata del lido "la Varca d'oro"
Torno indietro con un inversione di marcia un po' da ritiro della patente.
Sarebbe sensato orientarsi con i numeri civici, cosa possibile in ogni paese occidentale ma non nei dintorni di Napoli che stanno avanti e sono quasi come Tokyo.
Potrei telefonare alla bottega, ma a questo punto il piacere di trovarla da sola verrebbe meno... non ho fretta, il sole è caldo e l'arietta che entra dai finestrini è dolce...
Ho ripercorso il tratto abitato di via Ripuaria navigando "a vista" (mentre la saccentella continuava a dire gira a sinistra e torna indietro appena possibile con quel suo accento lombardoveneto e l'espressività di un facocero ), cercando un palazzetto bianco con ringhiera, scalini e un parrucchiere .
E finalmente ci sono!

La bottega del celiaco!

La bottega del celiaco è un negozietto piccolo e fresco fresco di apertura. Il bancone, decorato con il logo, è diviso in un lato rustico e un lato pasticceria. Dietro al banco Enzo, uno dei due ragazzi che ho conosciuto in farmacia, serve con gentilezza la signora che sta prima di me.
Mi guarda e dice:
-Salve, ma dove ci siamo visti?-
Io gli ricordo che ero alla farmacia Gaudio il giovedì precedente.
-Ah, signora, che piacere vedervi qui! - esclama lui
-Ero molto curiosa di vedere il posto e i vostri prodotti da vicino - dico io - anche perchè dopo sarà più facile ordinarli in farmacia, eventualmente-
-Ma certo,  mo' se aspettate pochi minuti esce il pane caldo caldo e pure qualche dolce, però... - e si apre in un grande sorriso - se venivate domani mattina questa parte qua- e indica il lato pasticceria - era pieno zeppo di dolci! - 
-yummmm- esclamo! -

Enzo continua a chiacchierare amabilmente mentre io osservo: le pizze hanno una bella faccia, così come i panini napoletani e tutti i prodotti salati. Mi porto via una pizzetta salsicce e friarielli e una vaschetta di frittura napoletana formato mignon, surgelata.
-Due minuti di forno tradizionale ed è come se l'aveste fritta voi!-
-Ah, non la devo friggere? - 
-Assolutamente no! Già fritta e surgelata subito. Signo', noi teniamo l'abbattitore, mica viene uguale a quelli che le mettono solo nel freezer...-
-Lo so!-
-Ecco, surgeliamo pure i cornetti, crema o cioccolato e li teniamo in offerta, tre cornetti a cinque euro-
Me li fa vedere e devo dire che i cornetti sono belli grossi e corposi, non sono "nani" come quelli confezionati.
Dalla porta che da' nel laboratorio (decorata con una bella spiga barrata), sbuca l'altro ragazzo con in mano una guantiera piena di pane: belle pagnotte brunite e gonfie, grandette e con una tessitura ruvida già piacevole alla vista.
Del profumo... non ne parliamo proprio! Una poesia!
-Stavate alla farmacia l'altro giorno, eh? - mi dice, io ripeto quello che ho detto ad Enzo
-Ma come mi fa piacere che siete venuta, giusto in tempo per prendervi il pane caldo!-
-Vedete - aggiunge Enzo indicandomi orgogliosamente le pagnotte - oggi abbiamo fatto un esperimento e abbiamo reso la superficie più ruvida con il mais, però fra poco escono anche i panini classici.-
Che dire, pure i panini classici sono proprio invitanti!

I due ragazzi hanno messo su un posto accogliente, sono garbati e simpatici, sanno vendere la propria merce e sanno anche promuoverla: hanno sia una pagina che un profilo facebook attivi, sito ben fatto e parecchi numeri telefonici da contattare.
Organizzano degustazioni in varie farmacie ed "esportano" prodotti in vari punti vendita. Organizzano anche eventi presso la loro bottega, insomma, investono in pubblicità!
 Suggerisco loro di mettere meglio le indicazioni stradali sul sito e di correggere quelle della pagina facebook che indicano un posto parecchio più avanti.

Vado via con una vaschetta di frittura, una pagnotta, due panini, un cornetto e una delizia al limone, (deliziosa solo a guardarla e della stessa grandezza di un dolce glutinoso): 15 euro.  Enzo mi fa scontrino e sconto!
Sto per andare e adocchio le zeppole di San Giuseppe appena sfornate ma mi vergogno di aggiungerne una al conto e penso alla linea... però ne approfitto per chiedere un po' di prezzi.
Dunque: i cornetti e  pizzette vengono 2€ e i dolci a grandezza naturale 3. Un euro in più al pezzo di un buon dolce glutinoso di pasticceria. Non male.
Il pane fresco è a 9€ al kg e la rosticceria, se non ricordo male, si aggira sui 19€ al Kg.
Saluto e mi dirigo verso casa: scelgo una strada che conosco, forse più lunga ma più trafficata.
La mia impressione sulla bottega è stata davvero super positiva: i ragazzi sono giovani, gentilissimi, simpatici, entusiasti e  pieni di iniziative, il posto è fresco, pulito ed accogliente, l'atmosfera è allegra e confidenziale.
Direte voi: che ce frega dell'atmosfera?
A me un po' me frega: se mi devo mettere in macchina e farmi 20 Km per approdare in un punto vendita squallido o con personale scostumato un po' ci penso...
E vediamo se i prodotti della bottega sono all'altezza delle mie aspettative...

A casa, si mangia!

Premetto: sono una persona normale dotata di normali capacità degustative e amante di ampia varietà di cibi (tradotto: me magno pure le pietre secche). Le mie sono opinioni personali che possono ovviamente non coincidere con quelle degli altri.
Bene.
La pizza con salsicce e friarielli me la sono magnata appena ritornata a casa.
Sebbene io sia dell'opinione che qualunque pizza vada mangiata IMMEDIATAMENTE dopo l'uscita dal forno e che il doppio riscaldamento nuoccia terribilmente alla regina dei piatti napoletani, giuro di aver goduto terribilmente nell'addentare questa pizzetta!  La pasta è soffice, l'altezza è alla napoletana (spiacenti, amanti delle pizze-sottiletta, a noi ci piace alta lievitata e ben cotta), gli ingredienti messi sopra sono ottimi. Mannaggia che è piccola, me ne sarei mangiate tre!!!
Poco male, mi riscaldo pure tre pezzi di frittura all'italiana, seguendo le indicazioni di Enzo.
Panzarottino, arancino e scagliuozzino (pezzetto di polenta fritta) Ottimi, non c'è che dire! Sembrano usciti dalla mia padella. E questo non per dire che so fare la frittura, ma che gli ingredienti, la qualità del fritto, la mozzarella dell'imbottitura sono come quelli che avrei scelto io.
Burp. Sono felicemente sazia.
Assaggio pure il pane, mentre lo taglio a fette e lo congelo (Ahimé, non posso fare altrimenti). Devo dire, la mia pagnotta non è perfetta (il "fondo" della pagnotta non è lievitato come la superficie) ma il sapore è eccezionale, il pane è ben cresciuto e pieno di saporitissimi buchi! Salato alla napoletana (quindi...salato!), morbida la mollica e sottile ma piacevolissima la crosticina!


Domenica mattina mi dedico alla parte zuccherosa: inizio facendo colazione con il cornetto. La prima cosa che apprezzo, di questo cornetto cotto e surgelato, è la dimensione (odio questi cibi aglutinici e nani) e la cottura: ben abbronzato e pieno di granellini di zucchero sulla superficie.
Mi lascia invece un poco delusa la consistenza, tropo compatta: Qui a Napoli ci sono due scuole di pensiero sui cornetti: quella "panosa" e quella "sfogliosa". Io ho una mia opinione precisa sul cornetto e lo preferisco ibrido (quasi impossibile da realizzare): giri di sfoglia sfogliati ma doppi, ripieno di crema ed amarena, untuosità pari allo zero, non troppo friabile, che poi ti ritrovi scaglie di cornetto anche nei calzini e non troppo panoso che se non ti bevi un litro di cappuccino ti annozzi (ti si ferma il boccone a metà esofago).
Dopo pranzo è stata la volta dell'ultima vittima, la delizia al limone e qui...
Spettacolo!
Grande la panna e la crema al limone.
Impegnativa ma interessantissima la fettina di limone.
perfetto il corpo del dolce.

I miei villi, che oramai si stanno tramutando in piccole salsicce avide di alimenti, consigliano assolutamente ai loro amici campani una visitina alla bottega del celiaco.
Io, che non avevo progettato affatto di buttar giù questa specie di recensione (e nemmeno questo numero sconsiderato di calorie!!! :-D )  spero di non aver urtato la sensibilità dei titolari della Bottega fotografando e parlando dei loro squisiti prodotti.
A proposito, le foto con la scritta "deglutinevolissimevolmente" sono le mie, le altre sono linkate dalla pagina facebook della bottega.
Quasi quasi, appena tempo e denaro me lo permetteranno, potrei anche pensare di afferrare la macchina fotografica e il block notes, mettermi gli scarponcini e fare l'inviata speciale dei miei villi...
Se qualcuno fonda "Il corriere del celiaco", "L'eco del tenue" o "Il resto dell'aglutinino" voglio fare il capo redattore!




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